Anzi, in un certo senso c’è qualche sintomo in controtendenza.

Ha sempre meno senso commentare i risultati elettorali: quando votava il 95% degli aventi diritto al voto (ai tempi della cosiddetta “Prima Repubblica”, quando vigeva un sistema elettorale democratico, pur con molti limiti) si poteva davvero “tastare il polso” all’orientamento politico (ed ideologico) della gente. Persino dopo il 1994, con i vari sistemi-truffa escogitati dai politici ben pagati per ostacolare la partecipazione dal basso, per un po’ di anni, seppur in calando, la gente andava in maggioranza a votare. Ora abbiamo superato il fatidico 50% di astensioni: da paese probabilmente più politicizzato d’Europa (anni ’70) siamo scesi più o meno all’ultimo posto. Ma non è questo il momento di interrogarsi sulle radici politico-sociali della catastrofe italiana. Preferisco lasciar parlare i numeri.

partitoVoti 24 (x 1000)% 24Voti 22 (x 1000)% 22Differenza 24/22Voti 19 (x 1000)% 19Differenza 24/19
FdI670428,7730126-59717266,54978
FI+Noi moderati22389,625349,0-29623528,8-114
Lega20959,024708,8-375917534,3-7080
Altri destra002010,7-2012400,9-240
DESTRA1103747,31250644,5-14691349350,5-2456
PD560424,1534919,0255608922,7-485
M5S232510,0433515,4-2010456917,1-2244
AVS*15666,710223,65446212,3945
CAMPO LARGO (CS)949540,81070638,0-12111127942,1-1784
Pace, Terra, Dignità5132,2**4031,4110**4701,843
Stati Uniti d’Europa8763,8***8333,144
Siamo Europei7793,1779
“CENTRO”16556,9***298310,6-13288333,1825

*Nel 2019 solo i Verdi, perché Sinistra Italiana si presentò col PRC

**Nel 2022 Unione Popolare. Nel 2019 La Sinistra (PRC + SI)

***Nel 2022 Azione, più Italia Viva, e Più Europa (alleata però al PD). Nel 2019 la sola Più Europa

Come si può agevolmente vedere, rispetto alle politiche del ’22 gli unici ad aver guadagnato voti (nonostante il calo di votanti) sono quelli di Alleanza Verdi e Sinistra (che quasi raddoppiano in percentuale). Qualcosina guadagna pure il PD, e pure la “Lista Santoro” (che ho arbitrariamente paragonato ai risultati di Unione Popolare, visto il peso di Rifondazione Comunista in entrambe le liste). Perde la destra, compresi i presunti “vincitori” meloniani, con un calo di un milione e mezzo di voti, che diventano 2 milioni e mezzo rispetto al 2019. Perde il “campo largo” di centro-sinistra a causa del crollo dei Cinque Stelle, mentre gli altri due “soci”, come ho detto sopra, possono cantare vittoria (chi si accontenta gode, come canta Ligabue), persino rispetto alle precedenti europee. Perde anche il “centro” liberale (calendiani, renziani, ex radicali, ecc.) che contende ai “grillini” il primato degli sconfitti. In definitiva, la svolta a destra non mi sembra così chiara come appare ai mass media di regime. O meglio, si consolida la svolta reazionaria emersa nelle urne 5 anni fa, col passaggio di testimone, avvenuto già nel 2022, dalla Lega salviniana ai post-fascisti meloniani. Una destra non solo minoritaria nel paese (i fratellini d’Italia raccolgono circa il 13% degli aventi diritto al voto), ma neanche maggioritaria tra chi ha ancora voglia di recarsi alle urne, diversamente da 5 anni fa. Gli scricchiolii nella compagine reazionaria che governa abusivamente l’Italia si fanno sentire, checché ne dicano la neo-sorridente Meloni, l’ineffabile Tajani o il tristo Salvini. Vedremo se qualcuno saprà approfittare di questi scricchiolii.

Vittorio Sergi