Qualche giorno fa il presidente del Kenya William Ruto ha ordinato alla polizia di sparare alle gambe dei manifestanti che attaccano le attività commerciali, per metterli fuori combattimento “senza ucciderli”. Le Nazioni Unite e i gruppi per i diritti umani hanno accusato la polizia di aver fatto un uso spropositato della forza durante la recente ondata di proteste anti-governative. Si calcola che la repressione sia costata finora la vita di 31 persone. “Chiunque venga sorpreso a bruciare un’attività o una proprietà altrui dovrebbe essere colpito da un proiettile alla gamba, ricoverato in ospedale e poi portato in tribunale. Non uccideteli, ma assicuratevi che abbiano le gambe rotte”, ha detto il presidente, che ha ammonito i suoi rivali politici a non sponsorizzare e a non utilizzare “manifestazioni violente e mezzi illegali” per rimuoverlo dal potere. Oltre ai 31 morti, più di 100 persone sono state ferite e circa 532 arrestate durante le manifestazioni che hanno colpito la capitale Nairobi e altre grandi città, secondo la Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (KNCHR). (Redazione)
Riceviamo e pubblichiamo

Noi, della Marcia mondiale delle donne, dichiariamo la nostra incondizionata solidarietà con la rivolta femminista e popolare che sta scuotendo il Kenya.
Siamo al fianco delle donne e dei giovani che, da Nairobi a Kisumu, da Mombasa a innumerevoli città e quartieri, sono scesi in strada con coraggio. Quella che era iniziata come una protesta contro l’oppressivo disegno di legge finanziaria del 2024 si è trasformata in un movimento storico, una ribellione di massa che chiede giustizia, dignità e libertà.
Non consideriamo questa rivolta come un evento isolato, ma come parte di una resistenza femminista globale contro i sistemi capitalisti, patriarcali e autoritari. La violenza esercitata dallo stato keniota – proiettili di gomma, proiettili veri, gas lacrimogeni, disinformazione e violenze sessuali mirate – non ci è sconosciuta. Denunciamo queste tattiche come strumenti destinati a schiacciare la resistenza e a punire coloro che osano immaginare e rivendicare un futuro diverso.
Dichiariamo:
- Che le strade appartengono al popolo e che il popolo ha il diritto di resistere.
- Che la violenza contro le donne manifestanti è un’arma politica radicata nel patriarcato, volta a mettere a tacere la voce delle donne.
- Che l’economia è politica e che la politica è di genere.
- Che le donne, in particolare le giovani donne e le donne della classe operaia, sono colpite in modo sproporzionato dall’austerità, dalla sorveglianza, dall’avidità delle aziende e dalla violenza di stato.
- Che la vera liberazione passa attraverso lo smantellamento di tutte le forme di oppressione – economica, razziale, coloniale e sessista – in Kenya e ovunque altrove.
Affermiamo:
- Il potere della resistenza collettiva femminista.
- Il diritto del popolo keniota di manifestare senza paura.
- La memoria e l’eredità di coloro che sono stati assassinati in questa lotta, i cui nomi e le cui vite non saranno dimenticati.
- L’eredità di Saba Saba e il posto legittimo di questa generazione nella continuazione della lotta per la democrazia e la liberazione.
Condanniamo il ricorso deliberato da parte del governo keniota alla violenza sessuale e a sicari al soldo dello stato per intimidire e aggredire i manifestanti. Questi atti costituiscono crimini contro il popolo e crimini contro l’umanità. Chiediamo che tutti i responsabili siano assicurati alla giustizia, condannati a riparare alle loro azioni e che sia fatta giustizia per tutte le vittime.
Alle nostre sorelle del Kenya: la vostra lotta è la nostra lotta. Le vostre voci risuonano oltre i confini. La vostra resistenza rafforza la nostra. Dall’America Latina all’Asia, dall’Africa all’Europa, dal Medio Oriente al Nord America, ci leviamo in piedi con voi. Esortiamo le organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, i movimenti femministi mondiali e tutte le persone di coscienza a fare pressione sul governo keniota affinché ponga fine alla sua violenta repressione, rispetti il diritto di manifestare e difenda i diritti umani.
Chiediamo alle nostre attiviste e ai nostri alleati in tutto il mondo di amplificare le voci keniane, sostenere le organizzazioni locali e tenersi pronti ad agire in solidarietà.
Nella resistenza femminista e nella solidarietà globale.
Marcia mondiale delle donne
da: https://andream94.wordpress.com/2025/07/18/kenya-in-solidarieta-con-la-rivolta-popolare/
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