Una stagione preoccupante per la tenuta della democrazia costituzionale in Italia” è il titolo di un documento firmato da circa la metà dei docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Unibs, 29 su 62 per l’esattezza, tra loro costituzionalisti come Antonio D’Andrea e Adriana Apostoli, criminologi come Carlo Alberto Romano e Luisa Ravagnani, penalisti come Luca Masera, filosofe del diritto come Paola Parolari ecc. I segnali di questa svolta in senso autoritario si leggono nell’attacco governativo alla magistratura con la riforma della giustizia, perchè per l’attuale esecutivo “il controllo di legalità operato dalla magistratura diventa un improprio ostacolo alla realizzazione dei progetti promossi dalla maggioranza.”
Un altro segnale della torsione autoritaria è indicato dal DDL sicurezza: “ci sembra che questo disegno di legge si prefigga la compressione della critica, anche attraverso forme e manifestazioni esteriori di dissenso rispetto alle politiche del governo che c’è” afferma il prof Antonio D’Andrea docente di Diritto costituzionale all’Università degli studi di Brescia, che ritiene sbagliato risolvere con pratiche repressive comportamenti in qualche modo positivi o anche antagonisti: “il disagio che possono creare blocchi stradali ed occupazioni è un disagio sociale che va affrontato non in termini repressivi ma in termini di risoluzione del problema.” I docenti annunciano di voler mettera a disposizione le proprie competenze tecniche a chi vuole opporsi, innanzi tutto sul piano culturale, a questa dilagante regressione giuridica.
L’intervista di Radio onda d’urto al prof. Antonio D’Andrea
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