di Juan Tortosa e Antoine Dubiau, da Solidarités
Alla fine del prossimo mese si terrà in Belgio il 18° Congresso della Quarta Internazionale. Diamo uno sguardo alla storia e all’attuale funzione di questa organizzazione, nonché ai temi che saranno discussi al congresso.
La Quarta Internazionale (FI) è stata fondata nel 1938 per difendere il marxismo rivoluzionario in opposizione al dispotismo burocratico stalinista che aveva tradito l’impulso rivoluzionario nutrito dalla rivoluzione dell’ottobre 1917. Fedele alle sue origini, la “Quarta” è oggi presente in oltre quaranta paesi. Riunisce una cinquantina di organizzazioni di tipo molto diverso, da poche centinaia di membri a diverse migliaia.
Negli anni ’70, la maggior parte delle sezioni erano organizzazioni politiche indipendenti. Oggi, alcune sezioni (sezioni effettive, simpatizzanti o osservatori permanenti) sono organizzazioni politiche indipendenti. In altri paesi, le sezioni della QI appartengono a organizzazioni più grandi che svolgono un ruolo politico importante nel loro paese: nell’Alleanza rosso-verde in Danimarca, nel Bloco de Esquerda in Portogallo, nel PSOL in Brasile o in Podemos in Spagna, prima che Anticapitalistas uscisse dalla coalizione nel 2020.
Antistalinismo
Dopo la caduta dei regimi stalinisti e l’assalto della globalizzazione liberale, la QI ha ridefinito il suo ruolo. Il suo ruolo è quello di incoraggiare la costruzione di organizzazioni rivoluzionarie su scala internazionale in ogni paese, sotto forma di sezioni autonome o di raggruppamenti più ampi. Rispetto ad altre organizzazioni internazionali che rivendicano lo stesso ruolo organizzativo, la sua rilevanza risiede nelle sue radici nelle analisi e nelle lotte marxiste antistaliniste del XX secolo, coltivando al contempo la sua apertura ai movimenti sociali degli ultimi decenni (femministi, ambientalisti, LGBTQIA+, anticoloniali e antimperialisti, contadini, indigeni, ecc.).
Molti attivisti della QI hanno svolto un ruolo di primo piano nel movimento antiglobalizzazione del decennio 1995-2005, nelle nuove ondate di movimenti femministi e antirazzisti, nelle reti della Via Campesina e in molte altre lotte popolari, in particolare nelle Filippine, in Brasile, in Argentina e nei paesi del Maghreb. In questo modo, si immergono in ciò che è più vivo politicamente nei rispettivi paesi, svolgendo una vera e propria attività politica nella realtà della lotta di classe.
Verso un marxismo inclusivo
Dopo la svolta storica costituita dal crollo dei regimi stalinisti nell’Europa dell’Est e nell’URSS, la QI ha compiuto una transizione verso un marxismo più inclusivo, andando oltre il semplice riferimento al trotskismo. La figura intellettuale di Daniel Bensaïd ha svolto un ruolo fondamentale in questo processo di rinnovamento politico. Oggi questa transizione deve portare a un ricambio generazionale: la leadership della QI è stata particolarmente segnata dall’esperienza del 1968, soprattutto in Francia. Ringiovanire e diversificare la leadership, è uno dei compiti del prossimo congresso.
La Quarta Internazionale è infatti uno strumento vivo, che fissa gli orientamenti politici in un quadro democratico, rispettando le scelte delle sezioni nazionali. La conservazione di una simile struttura sembra essere uno strumento prezioso per la costruzione internazionale di teorie e pratiche rivoluzionarie adatte a questo tempo. Sotto la bandiera dell’ecosocialismo, la QI sta sviluppando un progetto politico volto a combattere il capitalismo, il patriarcato, il razzismo e la xenofobia, il cui intreccio ha portato alla devastazione ecologica globale.
Oltre alle lotte già citate, per le quali dovrà impostare un nuovo corso, il 18° Congresso della QI si svolge in un periodo turbolento a livello internazionale, segnato dal genocidio del popolo palestinese, dall’aggressione della Russia all’Ucraina, dalla caduta del regime assassino di Assad in Siria, ma anche dall’ascesa dell’estrema destra ovunque nel mondo: la rielezione di Trump negli Stati Uniti, l’arrivo di Milei al potere in Argentina, l’ascesa del Rassemblement National in Francia e dell’AfD in Germania.
Manifesto ecosocialista
I partecipanti al Congresso saranno chiamati a prendere posizione su un ambizioso progetto di manifesto ecosocialista. Si basa su un’analisi della situazione eco-sociale, per fondare un programma di transizione verso un mondo libero dal dominio sociale, per garantire una vita dignitosa a tutti nonostante un pianeta degradato. Come ha detto Michael Löwy: “Siamo molto piccoli e deboli, ma avere, a livello internazionale, una struttura che cerca di coordinare circa 50 organizzazioni anticapitaliste, nei tempi che stiamo vivendo, è già una conquista”. Sta a noi fare della Quarta Internazionale lo strumento di lotta internazionalista di cui abbiamo bisogno.
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