17 settembre 2001
Per quanto riguarda il “processo di pace” di Oslo, iniziato nel 1993, esso si è limitato a riorganizzare l’occupazione, offrendo un simbolico 18% delle terre sequestrate nel 1967 alla corrotta Autorità di Arafat, simile a Vichy, il cui mandato è stato essenzialmente quello di sorvegliare e tassare il suo popolo per conto di Israele. Dopo otto infruttuosi e immiserenti anni di ulteriori “negoziati”, orchestrati da un gruppo di funzionari statunitensi che comprendeva ex collaboratori della lobby israeliana come Martin Indyk e Dennis Ross, ai palestinesi sono stati inflitti altri abusi, altri insediamenti, altre incarcerazioni e altre sofferenze, tra cui, dall’agosto 2001, una Gerusalemme Est “giudaizzata”, con la Orient House presa e il suo contenuto portato via: documenti di valore inestimabile, atti di proprietà, mappe, che Israele ha semplicemente rubato, come ha fatto con gli archivi dell’OLP a Beirut nel 1982. Questo è stato finora il risultato della visita gratuitamente arrogante di Ariel Sharon all’Haram Al-Sharif di Gerusalemme il 28 settembre 2000, circondato da 1.000 soldati e guardie forniti da Ehud Barak – un’azione condannata all’unanimità anche dal Consiglio di Sicurezza. Nel giro di poche ore, come il più piccolo dei bambini avrebbe potuto prevedere, scoppiò la ribellione anticoloniale, con otto palestinesi uccisi a colpi di pistola come prime vittime. (qui il testo completo in inglese)
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