La situazione in Myanmar continua a evolvere rapidamente, con significativi sviluppi militari e diplomatici che stanno ridisegnando gli equilibri nel paese del Sud-est asiatico. Mentre l’offensiva dei gruppi ribelli compie un anno, emerge sempre più chiaramente il ruolo decisivo della Cina nel determinare gli esiti del conflitto.
L’Offensiva 1027, lanciata il 27 ottobre 2023, ha sottratto al controllo della giunta militare circa 50.000 chilometri quadrati di territorio, un’area paragonabile alla Bosnia. I successi più significativi includono la conquista di importanti città lungo la rotta commerciale verso la Cina e gran parte dello stato Rakhine occidentale, dove Pechino aveva progettato di costruire un porto in acque profonde sull’Oceano Indiano.
Il fronte si sta ora avvicinando pericolosamente a Mandalay, la seconda città più grande del Myanmar con 1,5 milioni di abitanti. La sua eventuale caduta rappresenterebbe un colpo devastante per la giunta militare, dato il profondo valore simbolico della città, ultima capitale del regno birmano indipendente prima della colonizzazione britannica del 1885.
# Il ruolo della Cina
In questo contesto, il ruolo della Cina emerge come sempre più determinante. Pechino mantiene relazioni sia con la giunta militare che con i gruppi ribelli etnici che operano lungo il suo confine, utilizzando questi ultimi come leva nei rapporti con il regime. Secondo gli analisti, la Cina aveva inizialmente dato il via libera all’Offensiva 1027 a condizione che i ribelli smantellassero le basi delle organizzazioni dedite alle truffe online, con un giro d’affari di miliardi di dollari, operanti nei territori conquistati, strutture gestite principalmente da cittadini cinesi che sfruttavano lavoratori oggetto di human trafficking.
Tuttavia, Pechino sta ora cercando di frenare l’avanzata dell’alleanza ribelle per evitare un ulteriore indebolimento della giunta. Come sottolinea Jason Tower dell’United States Institute for Peace, il rovesciamento del regime militare rappresenta “una chiara linea rossa” per la Cina. Non a caso, il leader della giunta, il generale Min Aung Hlaing, è atteso in visita in Cina a novembre, nel suo primo viaggio presso il più importante alleato del regime dopo il colpo di stato del 2021.
La pressione cinese sui ribelli si manifesta attraverso la chiusura di diversi valichi di frontiera che forniscono entrate ai gruppi ribelli, oltre al taglio di internet, acqua ed elettricità negli territori sotto il loro controllo lungo il confine.
# Sviluppi diplomatici
In questo quadro si inserisce l’attività diplomatica dell’inviata speciale del Segretario Generale dell’ONU, Julie Bishop, che ha recentemente incontrato il leader della giunta Min Aung Hlaing a Naypyidaw. Come emerso dal suo intervento all’Assemblea Generale dell’ONU, Bishop ha avuto colloqui con un ampio spettro di attori, inclusi rappresentanti del governo ombra (NUG), membri della Lega Nazionale per la Democrazia estromessa dal potere, gruppi armati etnici e membri della diaspora Rohingya. La diplomatica, che ha visitato anche diversi paesi ASEAN e la Cina, ha mantenuto una posizione di neutralità, invitando le parti a superare “la mentalità a somma zero” attuale.
# La crisi umanitaria
Mentre il conflitto si intensifica, si aggrava la crisi umanitaria. Nei campi profughi al confine con la Thailandia, migliaia di giovani birmani lottano contro la dipendenza da metanfetamine e altre droghe sintetiche che hanno inondato le aree di accoglienza. Il conflitto ha causato lo sfollamento di quasi tre milioni di persone e ha innescato un boom nella produzione di stupefacenti. Il prezzo all’ingrosso della metanfetamina cristallina è crollato da oltre 10.000 dollari a tonnellata nel 2019 a 4.000 dollari nel 2023, rendendo le droghe più accessibili che mai.
# La questione Rohingya
La situazione dei Rohingya nello Stato Rakhine riflette la complessità del conflitto in Myanmar. La comunità appare divisa in tre gruppi rispetto all’amministrazione dell’Arakan Army (AA) e della United League of Arakan (ULA). Nelle township settentrionali di Kyauktaw, Ponnagyun e Minbya, i Rohingya hanno accolto positivamente l’iniziativa di un’amministrazione inclusiva, partecipando attivamente ai comitati locali e beneficiando della rimozione delle restrizioni alla libertà di movimento. Nelle aree di Buthidaung e Rathedaung, che ospitano la maggioranza della popolazione Rohingya, prevale un cauto ottimismo, segnato tuttavia dal ricordo delle violente “operazioni di pulizia” del 2017. Un terzo gruppo, concentrato principalmente a Buthidaung e Maungdaw, mantiene una posizione ostile all’AA, che ha legami ancora attivi con il gruppo armato ARSA. L’ULA sta cercando di promuovere l’armonia comunitaria attraverso varie iniziative, ma deve affrontare sfide significative ereditate da decenni di discriminazioni e conflitti. Il successo di questo tentativo di inclusione dipenderà largamente dalla capacità dell’AA di consolidare il proprio controllo territoriale e implementare efficacemente le politiche annunciate.
# Il ruolo dell’industria bellica
Un aspetto cruciale del conflitto riguarda il supporto militare alla giunta. Recenti proteste di attivisti birmani hanno preso di mira l’azienda europea Airbus, accusata di essere indirettamente coinvolta nella fornitura di aerei da combattimento al regime attraverso la sua partnership con l’azienda cinese AVIC. Nel villaggio di Hseng Taung, nello stato Kachin, circa cinquanta manifestanti hanno espresso la loro opposizione agli investimenti di Airbus, dopo che i bombardamenti aerei hanno causato la morte di oltre trenta persone e la distruzione di 400 abitazioni.
Sebbene Airbus abbia risposto affermando che le sue partnership in Cina sono focalizzate esclusivamente sull’aviazione civile e sui servizi correlati, la questione solleva interrogativi più ampi sul ruolo delle aziende internazionali nel conflitto birmano.
# La strategia della giunta
Mentre la pressione militare aumenta, la giunta sta cercando di guadagnare tempo per riorganizzarsi. Il regime necessita di almeno sei mesi per il reclutamento forzato di nuove truppe e per acquisire nuovi droni da Russia e Iran. Inoltre, sta cercando di implementare un sistema di sorveglianza digitale sul modello cinese, attraverso la registrazione delle famiglie, il rinnovo delle carte d’identità dei cittadini sotto il suo controllo e dei passaporti dei birmani all’estero.
# Le divisioni interne alla giunta
Un elemento che potrebbe accelerare la fine del conflitto riguarda le crescenti divisioni all’interno della giunta militare. Diversi sostenitori dell’esercito, inclusi monaci ultranazionalisti come U Wirathu, hanno pubblicamente criticato la leadership del generale Min Aung Hlaing, considerato troppo debole. Queste tensioni interne, unite alle crescenti perdite territoriali e alla pressione internazionale, potrebbero portare a un cambio di leadership all’interno del regime nei prossimi mesi, aprendo potenzialmente nuovi scenari a tentativi di giungere a un compromesso mediante una soluzione negoziale del conflitto, che tuttavia i ribelli a questo punto non vogliono.
# Prospettive future
Le prossime settimane saranno cruciali per determinare l’evoluzione del conflitto. L’avanzata verso Mandalay rappresenta una sfida significativa per i ribelli, dato che il terreno pianeggiante favorisce la superiorità aerea e di artiglieria della giunta. Inoltre, resta da vedere se l’alleanza etnica ribelle, che ha guidato l’Offensiva 1027, si unirà a un eventuale assalto alla città, che si trova lontana dalle sue basi nelle zone di confine.
La posizione della Cina continuerà a essere determinante. Pechino sembra intenzionata a preservare un equilibrio che, pur garantendo i suoi interessi economici e strategici nella regione, eviti un completo collasso del regime militare. Questo potrebbe portare a una situazione di stallo prolungato, con conseguenze devastanti per la popolazione civile già duramente provata da oltre tre anni di guerra civile.
(fonti: Irrawaddy, Mmrus, South China Morning Post, Straits Times, The Diplomat, Radio Free Asia)
Da: https://crisiglobale.wordpress.com/2024/11/11/myanmar-punto-della-situazione-sullinsurrezione/
Scopri di più da Brescia Anticapitalista
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.