Pubblichiamo qui sotto la dichiarazione della coalizione della sinistra venezuelana “La Otra Campaña”, uno spazio unitario di sinistra costituito a fine maggio da oltre 20 organizzazioni di sinistra e con migliaia di adesioni individuali, tra le quali numerosi dirigenti sindacali, giuristi, attivisti sociali e ambientali, con posizioni diverse sul comportamento da adottare nelle elezioni presidenziali. Alcuni hanno votato per il “male minore”, altri nullo, altri si sono astenuti, ma tenuti assieme, al di là delle loro differenze, dal voler sottolineare che in quelle elezioni non era in gioco la soluzione dei problemi del paese, poiché, si legge nella dichiarazione comune, non c’è nessun candidato che rappresenti gli interessi dei settori popolari, tutti condividono la responsabilità del collasso ed esprimono lo stesso progetto: il neoliberismo… esiste un consenso neoliberale tra i candidati alle elezioni, il che significa che i poveri continueranno a pagare la crisi… l’attuale governo sta applicando la stessa ricetta neoliberale che applicherebbe la destra al governo: privatizzazioni, tagli alla spesa sociale, congelamento dei salari, perdita dei benefici sociali, consegna delle risorse del paese al capitale straniero.

La trasparenza come garanzia dei diritti politici

da Inprecor

Ieri milioni di venezuelani hanno espresso la loro volontà alle urne. In un evento storico, si è cercato di dare un esito costituzionale al conflitto venezuelano, scegliendo la prossima persona che ricoprirà la carica di presidente della Repubblica per i prossimi sei anni. 

Sebbene ci sia stato un risultato ufficiale, annunciato dal direttore del Consiglio nazionale elettorale (CNE) Elvis Amoroso, che ha dichiarato vincitore l’attuale presidente Nicolás Maduro, questo è stato messo in discussione da diversi settori dell’opposizione, organizzazioni sociali e cittadini che hanno assistito ai risultati nei loro seggi elettorali.

Le accuse di mancato accesso ai registri di voto per alcuni schieramenti politici che continuano a circolare sono preoccupanti; l’incompatibilità tra i risultati presentati dal CNE e il 40% dei registri di voto di cui è in possesso l’opposizione significa che il Consiglio deve rispondere a queste accuse con dati precisi. Qualsiasi attacco all’espressione del popolo non solo va contro il principio di imparzialità delle istituzioni, ma anche contro il diritto popolare all’autodeterminazione, a decidere del nostro futuro collettivo, in una democrazia. 

In un simile contesto, spetta al CNE adempiere scrupolosamente alla sua missione di trasparenza e controllo dei registri e dei risultati. L’accesso di tutte le parti coinvolte nel processo elettorale, così come di tutti i cittadini che lo desiderino, al conteggio pubblico dei voti e all’annuncio chiaro dei risultati ufficio per ufficio, regione per regione, sono garanzie fondamentali per l’esercizio dei diritti politici di tutto il popolo venezuelano e una fonte di affidabilità per il nostro sistema elettorale.

A seguito delle proteste (legittime) di vari settori sociali in merito ai risultati, La Otra Campaña esige che le forze dell’ordine agiscano nel rigoroso rispetto delle norme sui diritti umani. Allo stesso modo, chiediamo che i leader di tutto lo spettro politico esercitino i loro diritti in modo responsabile e senza ricorrere alla violenza. 

Non importa chi governa, i diritti devono essere difesi.

La Otra Campaña


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