Dopo il comunicato di Marea Socialista, quello del Partido Comunista de Venezuela (PCV).

da Aporrea

In un comunicato pubblicato martedì 30 luglio 2024, l’organizzazione politica Marea Socialista si pronuncia sui risultati elettorali offerti dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) e appoggia la richiesta popolare che l’organo elettorale pubblichi tutti i dati e le prove dei risultati, così come la proposta di realizzare un audit con la partecipazione dei cittadini per rivederli.

Marea dichiara inoltre di essere a favore della difesa del diritto del popolo a manifestare e contro la repressione governativa.

Tuttavia, questa corrente di sinistra critica, che si oppone sia al governo di Nicolás Maduro, sia alla tradizionale opposizione di destra che ha presentato il candidato Edmundo González con l’appoggio di María Corina Machado, ritiene e afferma che “la classe operaia non ha un candidato” in queste elezioni presidenziali; un approccio con cui ha fatto campagna a favore del voto nullo e dell’organizzazione per continuare la lotta per i diritti dei lavoratori e del popolo contro qualsiasi governo che emergerà da queste elezioni.

Prima del suo comunicato, Marea Socialista ha pubblicato alcuni messaggi di posizionamento attraverso il suo account Twitter (X) @MareaSoc89

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Marea Socialista di fronte ai “risultati” elettorali molto dubbi e alla mobilitazione popolare per il rispetto dei voti reali

Pur continuando ad affermare che la classe operaia non ha avuto candidati in queste elezioni presidenziali, difendiamo il diritto democratico del popolo a conoscere il risultato reale e chiediamo che il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) mostri e verifichi i voti, i verbali e tutti i dati elettorali.

Questa è la posizione di Marea Socialista, organizzazione di sinistra venezuelana che si oppone al governo di Nicolás Maduro e al PSUV, e membro del raggruppamento di partiti rivoluzionari Lega Internazionale Socialista (ISL) sul processo elettorale in Venezuela e sui suoi risultati.

Settori del popolo venezuelano a Caracas e in tutto il paese sono scesi in piazza per protestare contro quello che ritengono sia il disprezzo del governo per il voto della grande maggioranza degli elettori. C’è una diffusa richiesta popolare nel paese che si esprime con grandi mobilitazioni dai quartieri. Difendiamo il diritto a manifestare e denunciamo la repressione di un governo falsamente “rivoluzionario” che agisce in modo simile ai repressori che massacrarono il popolo venezuelano il 27 febbraio 1989.

Marea Socialista non crede inoltre che i risultati forniti dal CNE siano veritieri. Lo diciamo perché, in primo luogo, ciò che si sente e si vede nelle strade è prevalentemente il disagio nei confronti del governo Maduro e il desiderio irrefrenabile di uscire dalla terribile situazione in cui ha fatto precipitare il popolo venezuelano. Il CNE non ha presentato le schede elettorali, si è affrettato ad annunciare il vincitore e a proclamare Nicolás Maduro, senza alcuna trasparenza nel processo di totalizzazione dei dati e con il sito web dell’organo elettorale inaccessibile.

Il processo elettorale e il sistema elettorale stesso in Venezuela sono stati afflitti da irregolarità e arbitrarietà dall’inizio alla fine. Sebbene si faccia credere che le macchine e il loro trattamento dei dati siano “invulnerabili”, sappiamo tutti che il governo ha applicato un’ingegneria elettorale caratterizzata da manipolazioni e vantaggi, squalifiche, impedimenti alla legalizzazione dei partiti, sequestro delle organizzazioni intervenute e delle loro tessere, uso irregolare delle risorse pubbliche da parte di un partito politico, censura e blocco dei media, persecuzioni e incarcerazioni….

Non si tratta solo della lotta della destra al potere (Maduro, PSUV, militari e burocrazia corrotta) contro la destra tradizionale, ma viene applicata anche ai settori della classe operaia e alle organizzazioni di sinistra che adottano posizioni critiche o si oppongono alle politiche del governo. A questo si aggiungono gli ostacoli alla campagna elettorale, le ritorsioni, i ricatti e le minacce agli elettori, soprattutto se sono lavoratori del settore pubblico o hanno una qualche dipendenza clientelare dallo stato-governo.

C’è poi la limitazione del diritto di voto per milioni di migranti forzati, venezuelani che si trovano all’estero e che sono partiti a causa delle politiche del governo e sono arrabbiati con esso. E per finire, c’è stato il sequestro delle urne, il sequestro dei verbali dei seggi elettorali e tutta una serie di altre irregolarità che sarebbe troppo lungo citare. Alla fine, abbiamo ricevuto rapporti inaffidabili e inattendibili che costituiscono un oltraggio e una mancanza di rispetto per gli elettori. È per questo che i cittadini non sono d’accordo su ciò che hanno visto nei seggi e nei centri elettorali e su ciò che è stato poi riportato dal CNE.

Il popolo ha il diritto costituzionale di confermarlo, di verificare come sono stati trattati i suoi voti e di farli rispettare. Chiediamo trasparenza: il diritto del popolo di conoscere e rispettare i propri voti reali deve essere difeso. Non lo diciamo per difendere i voti a favore di una destra che notoriamente avversiamo, ma per garantire che i cittadini abbiano accesso a informazioni elettorali affidabili e possano esercitare pienamente il loro voto, come questione fondamentale di libertà democratiche. Per questo diciamo che è necessario un audit elettorale approfondito con la partecipazione dei cittadini per verificare i risultati, che è anche un diritto costituzionale.

Allo stesso tempo, ribadiamo che per noi la classe operaia non aveva candidati in queste elezioni; nessuno dei due candidati rappresentava fedelmente i suoi interessi e i due candidati polarizzati sono entrambi di destra, antioperai e capitalisti. 

Il candidato del governo è il distruttore delle migliori conquiste e dei diritti ottenuti con la rivoluzione bolivariana, applica una politica antioperaia, di destra, autoritaria, che non ha nulla a che fare con il socialismo e non è nemmeno realmente antimperialista, ma è allineata con le altre potenze capitaliste in lotta con gli USA (Russia, Cina, ecc.). Maduro esprime gli interessi di una nuova borghesia che vive di appropriazione indebita dello stato. 

Mentre María Corina Machado (la principale esponente dell’opposizione della destra tradizionale, ndt) rappresenta la borghesia tradizionale e i grandi imprenditori privati, che contestano il potere politico del “chavismo” di Maduro ma beneficiano delle sue politiche con lo sfruttamento di una forza lavoro a bassissimo salario o praticamente semi-schiava che è stata privata dei salari (e non è questo che vogliono risolvere anche se fanno vaghe promesse elettorali opportuniste).

Scendendo in piazza per difendere il voto delle/dei cittadine/i, siamo dalla parte della loro richiesta democratica, ma allo stesso tempo prendiamo le distanze dalle leadership politiche che presumono di manipolarli o usarli come “carne da macello”. Abbiamo visto come il messaggio di Edmundo Gonzalez (il candidato presidente della destra tradizionale, ndt) e Maria Corina si rivolga prima di tutto ai militari, come se cercassero un pronunciamento delle Forze Armate, e la risposta popolare è sfuggita loro dalle mani.

Che governi l’uno o l’altro, noi di Marea insistiamo sull’organizzazione autonoma del popolo senza capi, senza burocrati e senza corrotti. Abbiamo detto che è un’illusione pensare che la “via d’uscita” o la soluzione al governo autoritario di Maduro venga dall’opposizione di quella destra tradizionale di cui conosciamo il background: pur lottando per il potere con Maduro, si sentono a loro agio con le politiche che hanno scaricato la crisi sui lavoratori e le sostengono. 

Maduro ha fatto quello che hanno sempre voluto fare. Non è da lì che arriveranno le vere soluzioni di cui la classe operaia ha bisogno. Se non abbiamo organizzazione, coscienza e forza come classe non avremo alcuna possibilità ed è per questo che non possiamo seguire in politica coloro che ci sottomettono dal governo o ci sfruttano nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro.

A partire dalla richiesta che il popolo porta in piazza oggi per le libertà democratiche e il rispetto del proprio voto, continuiamo ad accumulare forza nella lotta per i nostri diritti, con unità, coscienza e indipendenza di classe.

Marea Socialista ha promosso l’articolazione unitaria delle forze dei lavoratori, dei sindacati, degli attivisti per i diritti e delle organizzazioni politiche che si sono riunite nell’Encuentro por la Defensa de los Derechos del PuebloPatria Para Todos (PPT), Alternativa Popular Revolucionaria (APR), Partido Socialismo y Libertad (PSL), Liga de Trabajadores por el Socialismo(LTS), Partido Comunista de Venezuela (PCV-Dignidad) e nel processo elettorale abbiamo intrapreso la campagna La Clase Trabajadora No Tiene Candidato – Voto Nulo (La classe operaia non ha candidati – voto nullo) con molti di questi fattori. 

Con l’Incontro per i Diritti del Popolo abbiamo presentato proposte comuni su diversi punti e organizzato proteste unitarie per i salari, per la libertà dei lavoratori incarcerati per aver lottato, contro la corruzione o in solidarietà con il popolo palestinese, ad esempio. Ci proponiamo di sostenere e sviluppare queste alleanze per l’unità d’azione per i diritti lavorativi, sociali e democratici del popolo venezuelano.

Chiediamo di fare affidamento solo sulla mobilitazione dei lavoratori e degli sfruttati e di continuare la lotta per riconquistare i diritti che ci sono stati tolti, senza credere nei burocrati, nei padroni e nei corrotti.

Costruiamo il nostro strumento politico senza vendere la nostra coscienza a una delle due destre antioperaie in lotta per il potere e le risorse.

Eleviamo democraticamente il nostro piano di lotta per le nostre rivendicazioni, i nostri diritti e le nostre libertà.

La classe operaia e i settori popolari hanno bisogno di forze proprie contro il governo affamatore e autoritario di Maduro e contro i partiti e i leader della destra capitalista, anch’essi carnefici travestiti da “salvatori”.

Comunicato del Partito Comunista del Venezuela (PCV) sulle elezioni presidenziali

da Tribuna Popular

L’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista del Venezuela (PCV) invita le forze autenticamente democratiche, popolari e patriottiche a unirsi per difendere la volontà del popolo venezuelano, che si è espressa questa domenica 28 luglio, con una chiara intenzione di cambiamento politico nel paese.

Avvisiamo l’opinione pubblica internazionale che così come il governo di Nicolás Maduro ha privato il popolo venezuelano dei suoi diritti sociali ed economici, oggi intende privarlo dei suoi diritti democratici.

La denuncia di un presunto tentativo di violazione del sistema elettorale, fatta dal presidente del Consiglio nazionale elettorale (CNE), Elvis Amoroso, lungi dal fornire le necessarie garanzie al processo, approfondisce i dubbi sui risultati presentati al paese. In questo senso, chiediamo che il CNE pubblichi tutte le registrazioni dei voti ─ come stabilito dal regolamento elettorale─ e la massima trasparenza nello scrutinio dei risultati.

La proclamazione di Nicolás Maduro come presidente rieletto in questo scenario di incertezza in cui i risultati presentati da Amoroso contrastano apertamente con lo stato d’animo che ha prevalso durante la giornata elettorale, non è altro che una provocazione che apre la strada alla configurazione di situazioni di violenza.

In questo momento, in diverse parti del paese si stanno verificando mobilitazioni popolari spontanee. Il PCV non solo sostiene la richiesta di rispettare la volontà popolare, ma chiede anche alle forze militari e di polizia di non reprimere il popolo.

In queste ore decisive per il presente e il futuro del paese, noi comunisti ratifichiamo la nostra convinzione di costruire spazi di ampia unità per rafforzare la lotta per il recupero della Costituzione e dello stato di diritto in Venezuela.

Chiunque governi, i diritti vanno difesi!

da: https://andream94.wordpress.com/2024/08/01/venezuela-marea-socialista-chiede-la-verifica-dei-risultati-elettorali/


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