In caso di una tempesta finanziaria globale, quando comincia a soffiare il vento si porta via le case più fragili…”. Con questa immagine Francesco Sisci , esperto italiano di Cina, autore di numerosi libri di politica internazionale e di molti saggi sulla Cina, spiega all’Adnkronos come, nell’ambito del rischio che le misure draconiane che la Cina è costretta ad adottare nel tentativo di bloccare il propagarsi del virus portino ad una “crisi finanziaria globale”, vi sia “un rischio specifico per l’Italia, perché la situazione italiana è quella più fragile tra i Paesi grandi, primo perché c’e’ tutto questo debito e poi perché abbiamo questa politica mi sembra molto fragile”.

Ricordando che “la borsa di Hong Kong rimarrà chiusa fino al 31 e la Cina ha deciso di rinviare l’apertura delle Borse, che le borse asiatiche si sono aperte tutte in caduta” e che bisognerà vedere come reagirà Wall Street, Sisci sottolinea che vi sono già segnali negativi : “elementi che fanno pensare che la crescita globale sarà depressa nei prossimi mesi per la mancanza della crescita cinese – spiega Sisci, che collabora con il think tank inglese Center for Policy Studies ed è Senior Fellow del Gatestone Institute, presieduto da John Bolton – dobbiamo ricordare che la Cina è la seconda economia del mondo, è stata negli ultimi 10 anni o il primo o il secondo contributore della crescita economica globale: se la Cina si ferma, come si sta fermando in questi giorni per l’epidemia, l’impatto non può essere che globale”.

Il fatto è che, prosegue Sisci, è che siamo ancora in un fase ancora “molto iniziale, fino a qualche giorno fa non sapevamo ancora dell’esistenza dell’epidemia, gli stessi cinesi adesso danno i numeri, non ci sono cifre chiare. I dati ufficiali oggi parlavano di 6mila casi sospetti e 3mila casi accertati, ma questi casi sospetti cosa sono? anche loro hanno grandi incertezze”.

Quello che è certo che la “Cina sta intervenendo in modo drastico” bloccando trasporti, chiudendo uffici, scuole e fabbriche ” per cercare di controllare il virus. Questo è giusto ma significa anche che l’attività economica del paese si blocca e quindi chiunque abbia investito in Cina o in qualcosa che ha a che fare con la Cina nei prossimi giorni, nelle prossime settimane è possibile che si ritiri, venda”.

“Gli effetti di questo sono imponderabili – aggiunge Sisci, già corrispondente da Pechino per testate italiane e straniere, frequente commentatore politico alla tv cinese e alla Phoenix Tv di Hong Kong- anche perché siamo in una situazione economica globale non rosea, non fulgida, ci sono segni di recessione globale non sappiamo come i mercati reagiranno nelle prossime settimane” al fatto che l”a seconda economia mondiale si sta bloccando”.

“In questa situazione il problema diventa italiano – conclude il suo ragionamento Sisci – al di là di questa iniezione di fiducia che si è data con queste elezioni, per l’Italia i problemi strutturali continuano ad essere enormi. Se dovesse esserci una tempesta finanziaria l’Italia con queste debolezze economiche e politiche resisterà? Come resisterà, fino a che punto resisterà? Questi sono i punti di domanda che secondo me pongono dei problemi molto seri al governo italiano”.

Da Adnkronos


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